Ristorante Italia

Per chi arriva dalla Liguria attraverso il colle di Nava, Ceva è conosciuta come la porta di ingresso del Piemonte. Questo locale è una meta fissa per chi vuole fare una sosta golosa. Il ristorante Italia era una stazione di posta e di noleggio di carrozze e cavalli. Ai tempi nostri è comodo parcheggiare l’auto a pochi metri ed entrare nel ristorante dove gustare la cucina tradizionale piemontese. Ceva è famosa per i funghi, qui ogni anno si tiene la sagra e le valli intorno, quando l’annata è buona, sono la meta preferita di chi ama questa prelibatezza. La cucina propone piatti tipici, dagli antipasti come l’insalata russa, il vitello tonnato, i salumi locali, o la terrina di tacchino in carpione, nei primi si possono scegliere gli agnolotti o il risotto alla piemontese o i tajarin con il ragù di carne. Nei secondi si sceglie tra altri, il filetto di maiale in crosta o la tagliata al Barolo, in stagione funghi in tutti modi. Semplici ma gustosi i dolci della casa, come il bunet e le pesche ripiene. Buona selezione di vini, con le migliori produzioni della zona. Il personale in sala, coordinato da Bruno Bella, è sempre gentile e disponibile. Menù della tradizione a 35 € con due antipasti, il primo, il secondo e il dolce. Il piccolo menù da lunedì a venerdì a pranzo a 20 € con il tagliere dei salumi, un primo o un secondo e il dolce.

Locanda Fungo Reale

È la meta preferita degli amanti dei funghi. Siamo in valle Stura, a circa 700 m. di altitudine, in una zona ricca di prodotti tipici e dalla cultura montanara. La locanda offre relax e accoglienza familiare, circondati da un giardino molto ampio e con un prato ben curato. Mauro e Manuel in cucina, aiutati dalla nonna, propongono piatti della tradizione fra i quali domina protagonista assoluto il fungo, che cresce abbondante nella zona. La mamma Olga in sala garantisce un’accoglienza cordiale e molto attenta. Ai funghi sono dedicati due menù: uno a € 32 con 5 antipasti, due primi, 1 secondo con contorno di funghi fritti, e tris di dolci, l’altro a € 28 con 4 antipasti, 2 primi (agnolotti e tagliolini), 1 secondo con funghi trifolati, tris di dolci, e caffè. Particolare il “cappuccino” alla crema di funghi come antipasto e la meringa a forma di fungo come dolce. C’è anche un terzo menù a € 33 con 5 antipasti, due primi, due secondi, i formaggi e i dolci, caffè e vino compresi. La cucina propone anche piatti cucinati con prodotti del territorio, dall’agnello sambucano alle trote dello Stura, la cacciagione, i formaggi dei caseifici locali, il miele, le verdure e la frutta coltivate in zona. Ottimi dolci della casa per chiudere in allegria e una discreta cantina con vini del territorio e dal corretto ricarico.

Osteria da Gemma

Questa osteria è un gioiello incastonato in un paesaggio meraviglioso, che incanta in ogni stagione. La cucina di Gemma è tradizionale e ricorda quella delle mamme e delle nonne. Il menù è lo stesso da sempre ed è una garanzia di qualità, perché creato con prodotti a km. 0 e produttori di fiducia. Si inizia coni salame, crudo e cotto, che viene lasciato sul tavolo e a cui bisogna saper resistere se si vuole arrivare ai dolci. Gli antipasti prevedono un’incredibile insalata russa, una deliziosa carne tagliata al coltello, e il classico vitello tonnato. Imperdibili i primi: ravioli del plin e tajarin. Gemma è un’artista, riesce a tirare la sfoglia, con il matterello, fino a 16 metri, ed è riuscita a promuovere il “social plin”, un rito che si ripete ogni giovedì, quando si riuniscono le donne del paese per preparare i ravioli; tutte insieme, ridendo e raccontandosi delle storie, finiscono poi gustare i piatti preparati da Gemma per le sue amiche, sempre con il suo sorriso dolce e lo sguardo allegro. Il menù prosegue con due secondi, il coniglio, il cinghiale con le castagne, o l’arrosto con i contorni dell’orto e si conclude con tre assaggi di dolci, una meringata soffice e croccante, il bonet, sempre delizioso e il classico strudel della casa. Il menù fisso è a 29 euro, vini a parte. Il personale sempre gentile e l’accoglienza familiare.

La Vigna del Maestro

Una cascina immersa nella campagna, una ristrutturazione curata che ha creato un ambiente confortevole nelle sale interne, nella camere situate al piano superiore, e nello spazio esterno con mattoni a vista. Il ristorante è dedicato al Maestro “Castiln”, padre di Fulvio e nonno di Chiara e Fausto, che oltre al suo lavoro di maestro elementare si dedicava con passione alla vigna e alla campagna. La cucina è affidata allo chef Alberto Paglieri, che propone piatti della tradizione, ma con qualche spunto creativo, con i prodotti dei contadini locali, la carne dell’amico allevatore, i formaggi dei pastori delle vicine montagne. In stagione sempre presenti funghi e tartufi. Serate a tema con il bollito, con la polenta, le lumache e a volte con il pesce. Spesso sono proposti momenti musicali, anche se l’intrattenimento è garantito da Fulvio, che suona la chitarra e canta allegre canzoni piemontesi accompagnato da un caro amico. Presente il menù degustazione a 30 euro e la scelta alla carta, tra cui citiamo tra gli antipasti la battuta di Fassone, il tonno di coniglio, l’uovo pochè con fonduta, la millefoglie di patate e funghi. Da non perdere i tajarin al ragù di salsiccia e i risotti di stagione, tra i secondi una squisita guancia di vitello e il brasato al nebbiolo. Ottima anche la degustazione dei formaggi abbinati alle marmellate e miele. Deliziosi anche i dolci, tutti fatti in casa. Buona scelta di vini, soprattutto del territorio.

Trattoria Ca’veja

Se passando in questi luoghi, dove ogni paese merita una visita, volete assaggiare la vera cucina langarola, la trattoria Cà Veja non vi deluderà. La trattoria si trova in una tipica casa di campagna, con la veranda dove d’estate si può mangiare all’ombra. L’interno è rustico ed accogliente, soffitto a volte con mattoni a vista, arredamento in legno, con il camino acceso nei giorni freddi; accoglienza sempre con il sorriso di Cinzia, che vi proporrà i piatti cucinati, con passione, dalla mamma Marisa e dal fratello Massimo. Il menù degustazione a € 27, bevande escluse, prevede 4 antipasti, 2 primi e 2 secondi, con l’assaggio di tre dolci. Antipasti classici piemontesi con salumi locali, battuta al coltello, zampone con lenticchie, i primi sono imperdibili come i tajarin fatti da Marisa con le 30 uova e conditi al burro e fiori, agnolotti del plin, cisrà ovvero minestrone di trippa e ceci. Nei secondi vi delizieranno le carni piemontesi, cucinate nelle ricette tipiche, come il bollito, lo stracotto, la finanziera e il fritto misto. I dolci sono deliziosi e tutti fatti in casa come il bunet e la torta di nocciole, così come il pane cotto nel forno a legna. La cantina attinge alle vicine Langhe e ai suoi migliori produttori. In stagione naturalmente troverete funghi e tartufi. Ottimo il rapporto qualità-prezzo.

Osteria Murivecchi

La famiglia Ascheri a Bra produce i suoi vini dal 1880, e negli ultimi anni ha creato, accanto alla cantina, una struttura moderna con un albergo prestigioso e l’osteria ricavata dalle sale di affinamento del barolo. L’ambiente è rustico, con volte a botte, mattoni a vista e diviso in piccole sale, nell’insieme affascinante, con tavoli massicci di legno e sedie impagliate come le vecchie trattorie di campagna, con il menu del giorno scritto sulla lavagna. In estate si può pranzare sotto un fresco pergolato. Il menù cambia ogni settimana con i classici della cucina piemontese, ma anche preparazioni innovative. Negli antipasti la salsiccia di Bra e gli spumini di ricotta su sfoglia e bastoncino di semi misti, fra i primi gnocchi al Castelmagno, tajarin e ottimi risotti, spesso preparati con salsiccia di Bra e verdure di stagione. Nei secondi da provare, oltre ai brasati e gli arrosti, i bocconcini di cinghiale e la tagliata di vitello. Sempre presenti anche piatti di pesce. Dolci della casa, nuovi come la cocotte di torrone e pistacchi con bricchetto di caffè caldo, e i classici, ma sempre graditi, bunet al cioccolato e amaretti e la tortina di mele calda con la crema inglese, senza però rinunciare alle pere Martini cotte nel vino rosso. Ampia scelta di vini, serviti anche al bicchiere. Conto da € 30 a € 40 euro, esclusi i vini.

Osteria B&B Il Barcollo

Dal 2017 Enrico Neroni con la moglie Veronica opera in questo ristorante inserito in una casa in pietra, in uno scenario da fiaba in mezzo alle montagne. Un locale che custodisce la tradizione di un territorio diverso dal posto dove si trova. Infatti i gestori si sono trasferiti qui da Amatrice, dopo che il loro ristorante è stato distrutto dal terremoto del 2016, e il proprietario del “Girasole” ha offerto loro la possibilità di gestire il locale. Provare la cucina di Veronica vuol dire gustare i prodotti tipici della loro terra, preparati con passione e serviti con simpatia da Enrico. Molto gustosi gli antipasti a cominciare dai salumi tipici laziali, strepitoso il prosciutto crudo tagliato al coltello e le verdure sott’olio. L’assaggio dell’Amatriciana, con il pomodoro o senza, è assolutamente consigliato, così come le mezze maniche alla Gricia o alla Carbonara, e i tonnarelli Cacio e Pepe. Fra i secondi: arrosticini, abbacchio alla scottadito, saltimbocca alla Romana, trippa e coda alla vaccinara, piatti di funghi in stagione. Dolci caserecci con torte di frutta ed un delizioso tiramisù. Carta dei vini, con presenza di un Rosso Piceno e un Montepulciano d’Abruzzo fra le migliori etichette piemontesi. Il conto non supererà i 25 euro e le porzioni sono « alla Amatriciana », cioè sempre abbondanti.

Osteria La Torre

L’Osteria è nel centro storico di Cherasco, il locale è ben arredato, l’ambiente elegante e familiare, in estate si può pranzare e cenare all’aperto, circondati dal verde. La cucina proposta dalla famiglia Falco, che da più di 10 anni gestisce questa osteria, è tipica del territorio e con qualche discreto spunto creativo. Lo chef Marco Falco, aiutato oggi dal figlio Mattia, propone i piatti del territorio a km zero e seguendo la stagionalità. In sala staff tutto al femminile con Gloria, Erica e Sasha, gentili e sorridenti. Nel menù alla carta i piatti della tradizione: antipasti come il vitel tonnè e la carne battuta al coltello, nei primi i tajarin e gli agnolotti del plin, e fra i secondi l’agnello al forno e il coniglio al civet, ma anche preparazioni insolite come l’uovo a 62°con asparagi stufati e fonduta, i ravioli ripieni di erbette e seirass (ricotta piemontese), i batsoà (piedini di maiale impanati e fritti) e il filetto di Patanegra con il purè di patate viola. I piatti del giorno sono scritti sulla lavagna com’era d’uso nelle osterie da queste parti. Non possono mancare le lumache, specialità della zona, dove sono raccolte e allevate, alle quali è dedicato un intero menù. Buona scelta di dolci, tutti da assaggiare. Alla carta un pasto circa € 35/40. Ampia carta dei vini, con etichette locali, nazionali e internazionali.

Cantina del Rondò

La “Cantina del Rondò” rappresenta il sogno di Emanuela e Francarlo, un sogno che si è concretizzato nel 1999 quando hanno aperto il ristorante. Il desiderio era quello di proporre una cucina del territorio, preparata con prodotti genuini e biologici, seguendo le stagioni, e offrendo il vino fatto da loro, con grande passione. Nipote di Carlo Arpino, uno dei grandi cuochi e pasticcieri di Langa, Emanuela, anche oggi che Francarlo non c’è più, ha deciso di continuare a portare avanti quel sogno, con l’aiuto di Viola, la figlia, e coadiuvata da Gabriella, diventata socia e Franca, sua valida collaboratrice. Le ricette sono quelle tradizionali, come il «vitel tuné alla borghese», l’insalata di carne cruda, la straordinaria finanziera reale con 10 frattaglie nobili di toro, gallo e coniglio; o i tajarin al ragù di salsiccia, i ravioli del plin, il coniglio di cascina al «bagnet» secondo l’antica ricetta dell’Alta Langa. In stagione funghi e tartufi e da non perdere gli aspic di frutta. Il Rondò produce vini importanti come Nebbiolo, Barbera e Barbaresco, che si trovano in mescita. C’è un menù degustazione a €45, alla carta si spende poco di più. L’ambiente è suggestivo. Si mangia nell’antica cantina con le volte a vela e i muri spessi rosati, la sera a lume di candela e in estate nel dehors di fronte alla bellezza delle Langhe.

Ristorante Da Vittorio

Lo storico ristorante di Bagnasco “Da Vittorio” ha cambiato sede e si è spostato da Bagnasco nella vicina Nucetto sempre in provincia di Cuneo e sempre sulla statale 28, che unisce il Piemonte al mare. In cucina sempre lo chef Gianni, che si occupa della ricerca di prodotti locali freschi e di stagione, mentre in sala operano la moglie Marcella, che coccola gli ospiti con gentilezza ed il figlio Lorenzo, sommelier, che sta lentamente prendendo in mano le redini del locale. Il nuovo locale è più piccolo del precedente, arredato con semplicità ha perso l’atmosfera della vecchia osteria, ma si presenta più raffinato ed accogliente sia nella sala a piano terra sia in quella situata al primo piano, che ha tavoli ben distanziati e apparecchiati con buon gusto e un gradevole tocco elegante. C’è anche un piccolo dehors disponibile durante l’estate. Del precedente ristorante ha conservato il nome e la grande qualità della cucina, ma come spiega Lorenzo « nella nuova location i clienti potranno essere seguiti con maggiore attenzione e la presentazione dei piatti potrà essere ancora di più curata ». Il menu degustazione, “Una passeggiata nel bosco” con prosciutto di Cervo con mirtilli, fragoole e anans; crepe di grano saraceno con ripieno di funghi; tajarin (27 tuorli) con porcini e tartufo nero di Scagnello; frittura di funghi porcibni e dessert viene proposto a 40 euro con vini esclusi. Disponibile anche il menù alla carta. Per cominciare potete provare la bresaola di cervo ai porcini o (se siete fortunati) agli ovuli, l’uovo con tartufo nero, lo sformato di verdure di stagione o l’imbattibile tonné di vitel (costo da 8 a 14 euro). Tra i primi segnaliamo i tajarin, con funghi e tartufo nero o i ravioli al ragù di carne arrosto e gli gnocchi al castelmagno e salvia (dai 10 ai 12 euro). Da provare anche i funghi fritti, buonissimi e presentati “a catasta di legna” con grande cura, le costolette di agnello in crosta di nocciole, il filetto di maiale all’Ormeasco di Pornassio (da 15 a 18 euro). Da non perdere i loro dolci, dalla panna cota al sapore di salvia al bunet ed alla torta di castagne con zabaione (6 euro). La cantina ha molti vini interessanti della zona e della vicina Liguria. Non obbligatoria ma fortemente consigliabile la prenotazione.