Monferrato
A due passi dalla Gran Madre, in quel Borgopo che con la nascita di un nugolo di nuovo locali e l’arrivo del bistrot di un pezzo da novanta della ristorazione come Canavacciuolo rafforza la sua vocazione trendy, questo locale aperto nel 1820 rappresenta una scialuppa di salvataggio per chi ama la tradizione piemontese. Il menu, come nei ristoranti di un tempo, snocciola piatti su piatti e non c’è che l’imbarazzo della scelta tra classici come la finanziera, il bollito misto, il rognoncino trifolato o la celebre grissinopoli (la milanese in versione sabauda, con l’impanatura di grissini). Non mancano tajarin, agnolotti e risotti, e secondo stagione asparagi, funghi porcini e tartufi bianchi d’Alba. La pasta fresca è “fatta in casa”, il carrello dei formaggi offre un’ampia scelta così come quello dei dolci. La cantina sfodera più di 600 etichette di vini nazionali ed internazionali con un occhio di riguardo alla produzione piemontese. D’estate si mangia anche nel dehors di via Monferrato, d’inverno si può cenare in salette riservate. Si spende tra i 40 e i 50 euro.