Byblos

Da 25 anni alla guida del ristorante, Marco Cuccuvè è riuscito a proporre una cucina di alto livello, con pesce sempre fresco, cucinato con abilità da una brigata di cucina molto affiatata. Splendida posizione, davanti alla spiaggia, nelle belle giornate, anche in inverno, è molto piacevole pranzare con accanto il mare e scaldati dal tiepido sole di Ospedaletti. In sala la sig.ra Carla e il personale gentile e professionale garantiscono un servizio impeccabile. In cucina lo chef Gennaro Vivo propone piatti molto curati, anche nella presentazione, ed è basata su prodotti di alta qualità e di stagione. Molto richiesto, negli antipasti, la “fantasia di crudo” composto da ostriche, scampo, gamberi, tartare di tonno, tonno scottato, cappasanta, spada, salmone selvatico affumicato oppure il polpo tiepido in insalata. Nei primi da segnalare i ravioli di pescatrice con vongole e limone, o i tagliolini all’astice, una specialità dello chef. Nei secondi l’imperdibile fritto misto, leggero e croccante, o la gustosa grigliata di pesce. Ampia scelta di dolci squisiti tutti da assaggiare come i babà al rum, i cannoli alla ricotta, il tiramisù, la superlativa millefoglie. Ambiente elegante e raffinato, perfetto per occasioni speciali e serate romantiche. Buona scelta di vini con particolare attenzione i vini del territorio. Sempre consigliata la prenotazione.

Osteria La Torre

L’Osteria è nel centro storico di Cherasco, il locale è ben arredato, l’ambiente elegante e familiare, in estate si può pranzare e cenare all’aperto, circondati dal verde. La cucina proposta dalla famiglia Falco, che da più di 10 anni gestisce questa osteria, è tipica del territorio e con qualche discreto spunto creativo. Lo chef Marco Falco, aiutato oggi dal figlio Mattia, propone i piatti del territorio a km zero e seguendo la stagionalità. In sala staff tutto al femminile con Gloria, Erica e Sasha, gentili e sorridenti. Nel menù alla carta i piatti della tradizione: antipasti come il vitel tonnè e la carne battuta al coltello, nei primi i tajarin e gli agnolotti del plin, e fra i secondi l’agnello al forno e il coniglio al civet, ma anche preparazioni insolite come l’uovo a 62°con asparagi stufati e fonduta, i ravioli ripieni di erbette e seirass (ricotta piemontese), i batsoà (piedini di maiale impanati e fritti) e il filetto di Patanegra con il purè di patate viola. I piatti del giorno sono scritti sulla lavagna com’era d’uso nelle osterie da queste parti. Non possono mancare le lumache, specialità della zona, dove sono raccolte e allevate, alle quali è dedicato un intero menù. Buona scelta di dolci, tutti da assaggiare. Alla carta un pasto circa € 35/40. Ampia carta dei vini, con etichette locali, nazionali e internazionali.

Ristorante Il Sogno

La nuova posizione del locale nel centro di Finale riscuote molto successo, le sale del ristorante sono molto luminose, l’arredamento molto curato ed elegante.Lo chef e proprietario Timi ha realizzato qui il suo sogno, offrire ai clienti dell’ottimo pesce di cattura sempre freschissimo, cucinato con passione. Il menù degustazione a 35 euro è composto da un antipasto, la passatina di ceci al rosmarino e code di gamberi fritti, seguiti dai tagliolini di pasta fresca tagliati al coltello, sughetto di branzino e verdure saltate, a seguire il pescato del giorno al forno con patate e olive taggiasche, e carciofi nostrani, e si conclude con il delizioso sorbetto alle clementine e vodka. Alla carta si può scegliere la tartare di palamita, salsa di soia, insalatina di finocchi e arance pernambucco o il tortino caldo di pasta brisè ai topinambur e crema di mozzarella di bufala. Tra i primi citiamo i doppi ravioli ripieni di pesce e carciofi, sughetto di triglie e broccoletti o i mezzi paccheri ai gamberoni viola di Sanremo. Nei secondi da assaggiare i calamari veraci alla piastra con crema di sedano rapa oppure le squisite costolette d’agnello in crosta di nocciole cotte al forno. I dolci, tutti fatti in casa, sono interessanti, come il semifreddo alle nocciole, ganache al fondente, cristalli di sale e terra al cioccolato. Ampia scelta di vini con etichette di alta qualità e accurata selezione di champagne.

Playa Manola

Ristorante e stabilimento balneare sulla passeggiata di Arma di Taggia, posto incantevole in ogni stagione, interamente in legno bianco e azzurro, con grandi vetrate e arredamento in stile marinaro. Ambiente luminoso sia in inverno che nella bella stagione, quando si può stare fuori nella splendida veranda. Il ristorante di Ivan Lombardo propone una cucina del territorio, prevalentemente di mare, ben cucinata e presentata con fantasia, come gli antipasti serviti in più piattini impilati a piramide. Negli antipasti si gusta il brandacujun, stoccafisso e patate insaporito con aglio e olio, il crudo di tonno e di spada, nei primi molto apprezzati i ravioli di pesce e i tagliolini con il pesce spada. Ottimo il fritto di pesce, leggero e saporito, gustosi anche i piatti alla griglia sia di pesce che di carne, come la “picanha”, controfiletto di carne argentina. Da assaggiare i dolci, anche fatti al momento, come il soufflè al cioccolato oppure il biscotto di Taggia al finocchio. Personale gentile e disponibile. Ideale per pranzi e cene per occasioni speciali. Buona scelta di vini, soprattutto del territorio. Lo chef Ivan, personaggio molto conosciuto e con una grande carica di simpatia, passa tra i tavoli per salutare i clienti e scambiare qualche battuta.

La Cuvèa

Tipica trattoria in pieno centro di Sanremo, raccolta e confortevole, molto frequentata dai “sanremaschi” e dai turisti che, dopo aver provato la cucina, tornano sempre con grande piacere. In sala Andrea accoglie i clienti con un sorriso e con rapidità racconta i piatti del giorno, sempre diversi e tutti da provare. I menù previsti partono dal piccolo menù a 12 euro con un primo, il dessert, l’acqua, il vino e il caffè, se si sostituisce al primo un secondo o un antipasto si sale a 14 euro, a 18 euro si mangia il primo e il secondo con vino, acqua e caffè, con l’aggiunta del dessert si sale a 22 euro, per finire a 27 euro con il menù degustazione completo. Tra gli antipasti sempre presenti le acciughe fritte e il polpo con patate. Imperdibili i ravioli alla borragine, specialità della casa, gli gnocchi al pesto o il profumatissimo minestrone. Fra i secondi i polipi in guazzetto o il classico coniglio alla ligure o il pesce in crosta o alla ligure, con olive e carciofi. Buona scelta di dolci fatti in casa, le squisite crostate, le torte di frutta, e le cheesecake. Un’attenta scelta di prodotti genuini e locali, cucinati con semplicità, questa è la formula giusta ed equilibrata per una vera trattoria con un ottimo rapporto qualità-prezzo. Piccola carta dei vini con buona presenza di etichette di qualità.

Cantina del Rondò

La “Cantina del Rondò” rappresenta il sogno di Emanuela e Francarlo, un sogno che si è concretizzato nel 1999 quando hanno aperto il ristorante. Il desiderio era quello di proporre una cucina del territorio, preparata con prodotti genuini e biologici, seguendo le stagioni, e offrendo il vino fatto da loro, con grande passione. Nipote di Carlo Arpino, uno dei grandi cuochi e pasticcieri di Langa, Emanuela, anche oggi che Francarlo non c’è più, ha deciso di continuare a portare avanti quel sogno, con l’aiuto di Viola, la figlia, e coadiuvata da Gabriella, diventata socia e Franca, sua valida collaboratrice. Le ricette sono quelle tradizionali, come il «vitel tuné alla borghese», l’insalata di carne cruda, la straordinaria finanziera reale con 10 frattaglie nobili di toro, gallo e coniglio; o i tajarin al ragù di salsiccia, i ravioli del plin, il coniglio di cascina al «bagnet» secondo l’antica ricetta dell’Alta Langa. In stagione funghi e tartufi e da non perdere gli aspic di frutta. Il Rondò produce vini importanti come Nebbiolo, Barbera e Barbaresco, che si trovano in mescita. C’è un menù degustazione a €45, alla carta si spende poco di più. L’ambiente è suggestivo. Si mangia nell’antica cantina con le volte a vela e i muri spessi rosati, la sera a lume di candela e in estate nel dehors di fronte alla bellezza delle Langhe.

Trattoria di Campagna

Indirizzo storico della cucina valdostana, collocato sulla statale che da Aosta conduce al Monte Bianco, il locale ha un comodo parcheggio e in estate un grazioso dehors. L’arredamento è semplice, ma ordinato; i tavoli sono preparati con cura e in sala, Mauro il proprietario, vi farà sentire subito a vostro agio, illustrandovi attentamente i piatti. Si parte dai classici come Zuppa alla Valpellinese o Fonduta alla valdostana con polenta rustica prima della Carbonade con contorno di polenta concia. Ottimo lo spezzatino di carne Fassone piemontese cotto in vino rosso e aromatizzato con erbe e bacche di montagna. Il carrello dei dolci è molto invitante, si segnala una torta di Mele, morbida da gustare a cucchiaio, tutto rigorosamente fatto in casa, giusta conclusione di una sosta all’insegna della tradizione di una trattoria con una lunga storia alle spalle. Ricca di proposte la carta dei vini che annovera le migliori etichette del territorio. La filosofia del locale è di avere un’ampia scelta di menù, dal “bimbo”, a € 7, a quello completo a partire da € 35, proposto in diverse varianti, passando per quello degustazione del viaggiatore più leggero ad altri più ricchi e adatti a buongustai più esigenti.

Salvo Cacciatori

Il Ristorante si trova in una piccola via pedonale, vicino alla strada principale nel centro di Imperia, il locale, anche dall’esterno, denota un’aria elegante e raffinata. Si entra direttamente nella grande sala, dall’arredamento classico e illuminazione d’atmosfera, alle pareti disegni e dediche di artisti famosi che hanno frequentato il locale. Nella stanza più all’interno si intravede la bella cucina con la brigata di cucina all’opera e , nelle giornate più calde si può cenare circondati da mille bottiglie nella caratteristica cantina al piano inferiore. Enrico Calvi, giovane e appassionato, nipote di Agostino, che nel 1905 fondò questo ristorante e che da allora è sinonimo di qualità e ricercatezza, con un sorriso vi accoglierà e vi guiderà in questa esperienza sensoriale. Il menù degustazione a 45 euro è preceduto da tre amuse-bouche appoggiati sul muschio, l’antipasto è composto da una gustosa terrina di vitella con giardiniera di verdure e maionese al peperone seguito da una zucca cotta al forno con sedano rapa e reggiano, il primo, una prelibatezza, un risotto con purea di pastinaca, radici croccanti, Bruss e miele, a seguire il branzino con bisque di gamberi, insalata di alghe, finocchio e mela verde. Si conclude con una pera martini cotta nel vino rosso e zabaione. Alla carta altre preparazioni gustose come i bottoni di agnello, zucca violina, latte di prescinsêua (formaggio fresco ligure), e nei secondi di terra e di mare citiamo il petto d’anatra Mulard e la ricca zuppa di pescato locale. Scelta dei prodotti locali, genuini, come l’olio “Agostino” dedicato al nonno precursore della dieta mediterranea, e spesso coltivati nell’orto di famiglia. Ampia scelta di vini, con prevalenze di etichette del territorio. Conto sui 60 euro.

Osteria del Rododendro

Il piccolo borgo si trova nell’entroterra di Imperia, lungo la strada della “cucina bianca” che è caratterizzata dai prodotti che usavano i pastori nella preparazione dei loro piatti, perlopiù di colore bianco come il latte, il formaggio, le patate, l’aglio, i porri. In una splendida casa in pietra, sapientemente ristrutturata, si trova il ristorante della signora Grazia e della figlia Barbara. La loro cucina genuina si basa sui prodotti tipici della zona e propone un menù degustazione a 25 euro con 6 antipasti, tre primi, tre secondi e il dolce. Molto gustosi gli antipasti di verdura, fra cui flan di ortiche e farinata di polenta di grano saraceno con la bagna cauda. Sicuramente da provare i fagottini di pasta alle tredici erbe spontanee e gli gnocchi di farina di castagne con crema di porri. Nei secondi i bocconcini di coniglio fritti sono la vera, specialità dell’osteria con il cinghiale con la crema di fagioli bianchi e le lumache. Formaggi locali serviti con marmellate fatte in casa. Dolci squisiti come il gelato di castagne o la bavarese al caffè. Digestivi della casa come il limoncello e il lamponcino. Olio evo e pane sono rigorosamente di produzione propria. La carta dei vini ha una discreta selezione di etichette del territorio, fra cui un ottimo Ormeasco, con prezzi onesti.

Ristorante Colle Melosa

Suggestivo ristorante a 1500 m., meta di appassionati per le belle passeggiate in luoghi storici, come il sentiero degli alpini, e quando c’è la neve per le piste di sci da fondo. Dal 2010 è stata riaperta questa locanda, che fa dell’accoglienza e della buona cucina genuina i suoi punti di forza. Pierangelo Borfiga e la moglie Laura propongono un menù a 32 Euro, ma si possono scegliere anche altre opzioni a 22 o 25 euro. Si comincia con gli antipasti misti, che variano a seconda della stagione, verdure ripiene, involtini di verza e salsiccia, e il “gran pistau”, ricetta antica locale dove il grano viene pestato nel mortaio e poi cotto a lungo in un soffritto di porri e servito con parmigiano e olio evo taggiasco. Nei primi gli squisiti ravioli di erbe alpine, e gli gnocchi verdi al gorgonzola o alla salsa di noci. Nei secondi molto gustosa la selvaggina locale come il capriolo con la polenta, oppure la capra con i fagioli bianchi di Pigna e il coniglio alla ligure. Dolci casalinghi come la meringata, la torta di mele e le favolose crostate. Spesso si organizzano serate a tema come quella dedicata alla bagna cauda nel tegamino o quella della polenta con il cinghiale. Vini di produttori locali, Rossese e Ormeasco e del vicino Piemonte. Possibilità di pernottamento in stanze pulite e confortevoli, consigliata la prenotazione.